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"Esposte al vento" Annabel Abbs

“La casa, ci dicevano, era un luogo sicuro. E invece per molte era infinitamente più pericoloso della natura selvaggia”. Ecco una frase presa dal libro con cui mi piace iniziare questa recensione. Perché? Perché lega tutte le donne prese in considerazione nell’intero libro, anche quelle solo citate, e l’autrice stessa. Continua, dopo qualche pagina, con una conclusione: “Ho l’impressione che dovremmo pensare alla casa come a un nido, un posto dal quale uscire e al quale tornare, se necessario, un posto che è contemporaneamente sicuro e aperto. Aperto al cambiamento, alle possibilità, alla fuga, al ritorno”.

Ecco come ho voluto aprire la recensione di questo libro. Perché? È il motivo fondamentale che si ritrova in tutte le camminatrici citate: la fuga dalla propria abitazione, il ricostruirsi. Che sia in età adolescenziale come Georgia O’Keeffe, o al limite della vita concepita nello scorso secolo come nel caso di Clara Vyvyan poco importa: le donne si portano a dietro, anche geneticamente, dei limiti legati alla casa e alle esigenze casalinghe. Annabel Abbs un giorno comprende l’importanza che il camminare ha nella sua vita, cadendo da un marciapiede di ritorno a casa a Londra. Si trova in ospedale quando, guardandosi intorno, realizza di essere impedita in ciò che è più importante per lei: il movimento. Durante la convalescenza scopre che la maggior parte dei libri che possiede sulla vita nella natura, sui cammini, sulle grandi e piccole imprese, sono scritti da uomini; questo le fa scattare l’idea di ricercare tra le donne a cavallo del IXX e XX secolo chi avesse camminato per puro piacere o per ritrovare se stessa. Nel libro sono riportate molte più donne rispetto a quelle alle quali sono dedicati i capitoli, ma per pura semplicità – e per evitare di ridurre l’esperienza nel leggere il libro – ho deciso di dare una breve introduzione alle donne citate, in ordine. L’autrice lo fa all’inizio del libro, ma io credo che non sia scontato conoscere queste grandi donne e Internet mi permette di dare loro un volto.

 


FRIEDA VON RICHTHOFEN

Frieda era una moglie con tre figli della classe media inglese, di origini Bavaresi. Suo marito, Ernest Weekly, era un professore che spesso ospitava a casa sua il futuro, ben conosciuto autore D.H. Lawrence. Durante un’assenza del marito, i due si parlarono e iniziarono una corrispondenza segreta. Poi, decisero di partire per la Baviera e da lì attraversare le alpi. Si sposeranno in seguito, lei diverrà la sua musa: ma sarà felice? E i figli? Lascio a voi scoprirlo!


Ecco una foto di Frieda Von Richthofen


GWEN JOHN

Di Gwen John mi è rimasto intatto ciò: morì alla stessa età di sua madre, anche lei sola e distante da casa. Questo è molto importante perché la morte della madre è legata alla perdita dei contatti con i suoi famigliari, fratello compreso, e alla decisione di percorrere la Garonna dall’estuario a Tolosa, con l’idea di arrivare fino in Italia dipingendo. Sì, Gwen era una pittrice, ritrattista per l’esattezza. Amava dipingere al chiuso pur traendo benefici dall’acqua, amava anche i gatti. Ebbe una storia con Rodin. Vi lascio due ritratti importantissimi per comprenderla e vi pongo una domanda: arriverà in Italia?

Autoritratto in blusa rossa


Ragazza alla finestra


CLARA VYVYAN

Clara Vyvyan a 63 anni percorse tutto il Rodano partendo dalla fonte, quindi seguendo il corso del fiume. Si mise in cammino con un solo zaino con tutto ciò che riteneva essenziale, in quanto voleva liberarsi sia dalla vita materiale che dalle etichette che l’avevano accompagnata per tutta la vita. Percorse un primo tratto con Daphne du Maurier, e si trovarono benissimo: le due donne si prendevano il proprio tempo, si allontanavano e ritrovavano; per loro era “bello” condividere una porta sbattuta in faccia e dormire in un alloggio improvvisato. In questo capitolo si parla anche del pudore legato al ciclo mestruale: come fecero? Come proseguì il viaggio? Ricordiamo che Clara partì per questa impresa quando ormai era in quella fascia di età che era considerata “fin di vita”.

Clara Vyvyan


Daphne du Maurier


NAN SHEPHERD

Fine del primo dopoguerra, Aberdeen, Scozia: le donne della classe media fanno fatica a trovare marito e inizia a essere condiviso l’impulso sessuale. Ne parla Mary Stopes in “Amore e Matrimonio” (“Married love or love in Marriage). Diventò un’autrice influente, il suo capolavoro fu “La Montagna Vivente” (“The living mountain”). Riuscì mai a trovare un uomo? Cosa fece della sua vita? Ricordiamo che ebbe un’educazione prettamente cattolica e venne cresciuta da due genitori completamente schivi nei suoi confronti.

Vi lascio con una sua immagine e l’immagine dei Cairngorm.




SIMONE DE BEAUVOIR

Forse la più conosciuta, scrisse “Il secondo sesso” (“Le deuxième sexe”) e fu l’amante di Sartre. Sì, vennero pure sepolti insieme, pur avendo avuto “solo” una relazione aperta. Avrà un altro amante dopo J. P. Sartre. Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale aveva pieno controllo sul suo corpo: macinava chilometri su chilometri prevalentemente in Francia, ai piedi? Espadrillas. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale si ritrovò a bere e fumare tutti i giorni, cosa che la portò alla morte per cirrosi epatica. La vita mondana la stressava, si ritrovava solo andando nei boschi. E non aveva paura: faceva autostop, dormiva nel bel mezzo dei sentieri, girava di notte. Cosa ne fu di lei negli anni del secondo dopoguerra? Cosa la spingeva a recarsi da sola, anche di notte, in luoghi non frequentati da donne? Chi fu il suo altro amante importante? Che cosa fece di iconico per continuare a sentirsi libera? Ecco a voi un’immagine di Simone de Beauvoir




GEORGIA O’KEEFFE

Devo dire che è l’artista che più aspettavo di ricercare. Pianure e cielo del Texas e del New Mexico, poche alture. La netta distinzione fra cielo e terra. Se ne andò di casa da adolescente per insegnare arte, nel tempo libero dipingeva quegli spazi immensi in cui si trovava “bene”. Un uomo – Stieglitz- fu sia la sua salvezza che la sua rovina: ma come? Passiamo dal Texas, a New York, al New Mexico. Ce ne sarebbero di posti da elencare, ma questi sono quelli “chiave”. Durante tutta la sua vita dipinse e rimodellò la sua pittura, continuamente. La sua era arte in divenire. Perché disse che le sue migliori opere furono quelle del periodo adolescenziale? Perché quegli acquerelli?



"Lake George" - O'Keeffe





Georgia O'Keeffe


 

RECENSIONE

Sfortunatamente non ho letto il libro in lingua originale, quindi non posso dare un giudizio sullo stile. Posso solo dire che ci sono dei gravi errori che non posso collegare alla battitura. Un vero peccato, in quanto il lessico utilizzato è molto chiaro, anche un po’ ricercato, ma veramente ben mirato. Le frasi scorrono leggere, i periodi – anche quelli lunghi – sono apprezzabili. Riguardo al contenuto, sono rimasta esterrefatta: non solo ci sono storie di donne, la storia dell’autrice stessa, ma sono anche presenti numerosissime ricerche scientifiche che spiegano a posteri i benefici che quelle camminate avrebbero portato alle protagoniste del libro. “Annabel Abbs non ha paura di esporsi”: una frase corretta se parliamo delle sue idee; scorretta se parliamo della montagna, in quanto soffre di vertigini.

Vorrei ringraziare l’amica che lo scorso compleanno mi regalò questo libro. Il primo approccio, non essendo una femminista radicale, non fu dei migliori. Lasciai il libro per un anno. Adesso sono andata oltre, ho sfogliato le pagine con una voracità e una sete di conoscenza che non mi capitavano da anni.

Consiglio il libro a tutti i sessi: non importa come vi defianite o se preferiate non definirvi. No. Il libro è molto di più che un semplice racconto di donne. Questa è un’opera a tutto tondo da godersi, da cui attingere spunti per vivere al meglio con sé stessi.

2 Comments

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Guest
Dec 12, 2023
Rated 5 out of 5 stars.

👍👍👍

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Guest
Dec 06, 2023
Rated 5 out of 5 stars.

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