Recensione di "Musica Nel Buio" di Cesare Picco
- Alessia Masciocchi
- 9 set 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Ciao bellezze!
Oggi vi propongo un libro veramente delizioso che ho appena finito di leggere.
Apprezzate anche la vena artistica con cui ho fatto la foto, daje!

L’autore
Cesare Picco è nato a Vercelli nel 1969, suona il pianoforte dall’età di quattro anni ed è un compositore.
Ma cosa compone? Wikipedia mi dice: “Nel corso del tempo si stacca dal linguaggio musicale della musica classica tradizionale e inizia a spaziare tra diversi generi musicali, creando un personale linguaggio non semplicemente ascrivibile al jazz, alla musica classica o a quella contemporanea”.
Leggendo qua e là ho scoperto che la prima volta che si esibisce con musica composta da lui è all’età di 17 anni!
Il libro
Adesso che abbiamo inquadrato l’autore, passiamo al libro. Si tratta di uno scorrevolissimo libro sia autobiografico (si potrebbe definire un memoir musicale) sia una riflessione sull’arte. I due generi si susseguono all’interno degli stessi capitoli, semplicemente in diversi paragrafi: si susseguono pensieri antropologici, culturali, linguistici e religiosi legati al concetto del suono, oltre alla voce di compositori come Chopin e – ovviamente - la parte legata al progetto di Picco “Blind Date” stesso.
Bene, vi ho detto ovviamente per una cosa che non ho accennato in precedenza: errore gravissimo! Ma riparo subito: il progetto di Picco “Blind Date”, di cui troviamo la poetica nel libro, consta in concerti di pianoforte esperienziali abbinando l’udito alla vista. Si passa dalla luce al buio assoluto per poi ritornare alla luce, il tutto con della musica improvvisata: questo perché Picco ha sentito l’esigenza del buio.
La motivazione la scoprirete solo leggendo (o ricercando)!
Adesso vi lascio qualche spunto personale!
Innanzitutto la prima persona che mi è saltata in mente è Zoran Živković, uno scrittore e saggista serbo di cui ho letto alcuni libri come (e qui arriva il gioco di parole) “L’ultimo libro” o, stando sulla musica, “Sette note musicali”.
Ma cosa li accomuna? Sicuramente lo scorrevolissimo stile di scrittura, che riesce a risultare semplice e incalzante in ogni pagina. Direi che lo stile e la lunghezza di questo libro siano adatti per un lettore in cerca di una lettura da finire in una o poche sessioni.
Altro autore che mi viene in mente, anzi, qui è proprio il libro: José Saramago con “Cecità”. Il collegamento sulla sfera sensoriale visiva mi è balenato subito in testa, e sono rimasta sorpresa da “Musica nel buio”: in una pagina, durante un certo dialogo, si trova qualcosa che accomuna i due libri in modo ancora più tangente. A voi la scoperta.
Ma, Alessia, come diamine hai scoperto questo libro?
Stavo aspettando la corriera a Intra e nel mentre ho dato un’occhiata ai libri usati in offerta. Oltre a una versione tedesca di Nathan il saggio di Lessing a due euro ho messo gli occhi su questo libro - sempre a due euro. Sono rimasta semplicemente attratta sia dal titolo che dal retro-copertina:
“La tastiera
Non è più tutta illuminata
Una lama di luce di due centimetri
Taglia le mie mani.
Non vedo più le dita, né i polsi.
Nero.
Il pianista scompare.”
Spero che questa recensione vi sia piaciuta e se avete dei commenti o degli spunti sono sempre felice di sentire la vostra opinione. #Staytunedformore
Comments