Sul confine- Alberto Anzani
- Alessia Masciocchi
- 9 nov 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Ciao bellezze!
Oggi pubblico questa recensione su un libro che parla anche di montagna, ovvero “Sul Confine” di Alberto Anzani.
Dico “anche” perché l’argomento principale rimane uno solo: il contrabbando. Ma esso viene praticato sul confine Ticinese – Lariano (tra la Svizzera e il lago di Como), ovviamente in ambito montano.
L'autore
Alberto Anzani, proveniente da Como, è laureato in Diritto Internazionale e si occupa di Cooperazione Internazionale e diritti umani. Ha girato la maggior parte dei continenti e ha scritto anche una raccolta di poesie in spagnolo (Nahual).
Il libro

Questo libro ha uno stile abbastanza scorrevole, pur essendo pieno di dialettalismi (tradotti accuratamente con note a pie di pagina): è dunque comprensibile a tutti. Vengono anche spiegati i termini utilizzati dagli spalloni – i contrabbandieri che trasportavano “bricolle”, ovvero sacchi di iuta pieni di beni dalla Svizzera.
La storia si basa sui “fratelli”: un gruppo che organizza contrabbandi, ma ha un protagonista il cui nome non viene specificato. Si basa su accordi tra contrabbandieri e finanzieri (quest’ultimi presidiavano il confine Italo-Svizzero facendo delle ronde per catturare e processare i primi).
La paura della morte che porta voglia di vivere è sicuramente il tema centrale, che è portato in vita dal contrabbando stesso. Quest’ultimo nasce per un bisogno di racimolare soldi in quanto le paghe in fabbrica nel secondo dopoguerra non erano sufficienti per sostentare la famiglia e i propri bisogni e quantomeno costruirsi un futuro.
La storia inizia con un accenno al finale nel primo capitolo, per poi partire da zero nel secondo con il protagonista bambino che a mano a mano, crescendo, inizia a far parte prima di un gruppo di spalloni, poi ne crea uno proprio.
Qualche riflessione personale
Leggere del contrabbando non è per me una cosa nuova: vivo pure io vicino al confine con la Svizzera, solo sulle sponde lombarde del Lago Maggiore. Conosco tanti sentieri che portano oltre confine e tanti di questi sono diventati dei veri e propri “cammini in miniatura” (solo per la loro breve durata).
Alessia, a chi consiglieresti il libro?
Innanzitutto a chi non vive al confine con un altro stato ricco come la Svizzera e non ha – o ha avuto – parenti vissuti nell’epoca della guerra o della Restaurazione (“Piano Marshall”).
In secondo luogo mi sentirei di consigliare questo libro agli amanti delle montagne e della storia: magari il contrabbando non è di vostro interesse, ma ci sono innumerevoli spunti su vari piani: montagna, tenore di vita e cambiamenti storici.
Spero che la recensione vi sia piaciuta. Dal confine con la Svizzera per oggi è tutto!
Ho apprezzato la visione a 360 gradi non solo del libro ma anche del contesto dell vicenda, un’ottima recensione.